Chirurgia Andrologica e Sessuologia
La disfunzione erettile grave: ci sono soluzioni?

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La disfunzione erettile grave

Quando neppure i farmaci riescono a riportare benessere nella vita sessuale, cosa si può fare?
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C’è una condizione patologica molto spesso sommersa, negletta, di cui meno si parla, meglio è.

Per vergogna, per paura di una stigmatizzazione sociale, a volte per semplice ignoranza o terrore di venire etichettati, derisi e giudicati.

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È una patologia invece molto seria, che spesso provoca tanti problemi non solo funzionali ma psicologici, e a volte è anche foriera di altre condizioni cliniche gravi, di cui essa stessa è uno dei primi sintomi.

La disfunzione erettile è una condizione che si stima affligga oltre il 13% degli uomini italiani, con percentuali che salgono ad oltre il 40% dopo i 50-55 anni e raggiungono almeno il 50% gli uomini over 70.

Questi dati debbono comunque essere presi con elasticità e moderazione, poiché è difficile calcolare con precisione l’epidemiologia della disfunzione erettile, dato che è una condizione patologica di cui, spesso, il paziente non parla e non si confida col Medico.

È dunque probabile che queste stime, già alte, siano da calcolare per difetto.

La disfunzione erettile è una patologia molto vasta e dalle cause altrettanto vaste, che ha vari livelli di gravità: in questa pagina verrà trattata la disfunzione erettile di tipo grave, cioè quella che non risponde, o risponde solo in minima parte, alle adeguate terapie mediche e farmacologiche.

Che cos’è la disfunzione erettile grave?

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Per disfunzione erettile, in Medicina, s’intende l’incapacità di iniziare o mantenere una congrua erezione del pene, tale da concludere con soddisfazione il rapporto sessuale.

La disfunzione erettile non è una patologia in sé, ma un sintomo, che indica un problema a monte che può essere vascolare, neurologico, neurovascolare, endocrino, dovuto ad una cura farmacologica specifica oppure, in alcuni casi, psicologico.

Oltre alle tante cause scatenanti della disfunzione erettile, vi sono tanti gradi di gravità della stessa, che può avere condizione di periodicità oppure cronicità.

Si considera convenzionalmente ‘disfunzione erettile grave’ quel tipo di disfunzione cronica, che rende difficile o impossibile in rapporto sessuale nella quasi totalità dei casi e che non reagisce alle cure mediche o alla terapia farmacologica disponibile attualmente.

Consigli andrologici e urologici

Il carcinoma alla prostata è forse il tumore statisticamente più probabile negli uomini over 50.

La presenza di cellule tumorali negli uomini nella quinta decade della vita è difatti stimata al 40%, ma questo numero aumenta vertiginosamente con l'aumentare dell'età.

Nei pazienti ottuagenari, la probabilità di trovare cellule tumorali nella prostata è superiore al 90%, divenendo dunque quasi una certezza.

La prostatectomia, cioè la rimozione chirurgica della prostata come cura radicale del carcinoma, è una delle prime cause della disfunzione erettile dopo i 50 anni.

Difatti, non è tanto il tumore in sé a causare la difficoltà dell'erezione del pene, ma è il danneggiamento delle terminazioni nervose che avvolgono la prostata che, presente in una buona percentuale dei casi durante la prostatectomia, è portatore di disfunzione erettile post-intervento.

Da cosa è causata la disfunzione erettile?

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La disfunzione erettile è un segnale, un sintomo vero e proprio, che è causato da una patologia, o più patologie, a monte.

In buona sostanza, è un avvertimento che ci dice che il nostro corpo non sta bene, e il meccanismo dell’erezione non funziona come dovrebbe.

Le cause a monte di questo sintomo possono essere molteplici, ma generalmente vengono divise in due categorie: cause organiche e cause psicologiche.

La disfunzione erettile di natura organica viene comunque quasi sempre seguita, alla lunga, da problemi psicologici, poiché l’impossibilità di avere rapporti sessuali completi ed appaganti ha sempre ripercussioni sulla psicologia del paziente.

Si definiscono cause organiche tutte quelle patologie, o comunque condizioni patologiche, che hanno una chiara origine funzionale, solitamente dipesa da problemi cardiovascolari oppure neurologici.

Sono tipici fattori organici per la disfunzione erettile:

  • Le patologie cardiovascolari, come l’insufficienza cardiaca, le ischemie o le aterosclerosi;
  • Il diabete mellito, e la micro e macroangiopatia diabetica, che lentamente deforma i vasi arteriosi, grandi e piccoli, e li fa sclerotizzare;
  • Traumi spinali che interrompono il segnale nervoso dal cervello verso i nervi prostatici e pelvici, che comandano il meccanismo dell’erezione;
  • La prostatectomia, cioè l’operazione chirurgica di rimozione della prostata che spesso danneggia in maniera irreversibile le terminazioni nervose prostatiche;
  • L’ipogonadismo, cioè la bassa produzione di testosterone;
  • Alcuni interventi chirurgici proctologici, che hanno danneggiato le terminazioni nervose pelviche;
  • La malattia di La Peyronie, che deforma il pene per via della formazione di placche fibrotiche interne ai corpi cavernosi;
  • L’aumento dell’età fisiologica, e con essa l’aumento dell’insorgenza di tutte le patologie di cui sopra (e il ricorso alle cure farmacologiche).

Si definiscono invece cause psicologiche tutte quelle condizioni di ansia, insoddisfazione, stress ed eventi traumatici passati che, in qualche modo, creano una resistenza a molte del paziente, cioè nella sua psiche, che non permette al cervello di avviare il meccanismo fisico dell’erezione.

Spesso questi traumi hanno origine remota nel passato del paziente, e sono riconducibili a traumi con i genitori (special modo, la madre), oppure violenze o brutte prime esperienze sessuali, ma possono anche insorgere in età adulta, ad esempio dopo un rapporto sentimentale burrascoso o particolarmente tossico, o un periodo di forte competitività e stress sul lavoro.

Problemi economici, con la partner, bassa autostima o, semplicemente, dei momenti passeggeri depressivi o particolarmente frustranti, ad esempio come nel doversi prendere cura di un genitore anziano e non più autosufficiente.

Tutte cause che possono portare alla disfunzione erettile che non ha motivazioni fisiche, ma squisitamente psicologiche.

Quando la disfunzione erettile si definisce grave?

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In Andrologia, per disfunzione erettile di tipo ‘grave’ si definisce una disfunzione erettile che non risponde, neppure in minima parte, alla terapia rigenerativa medica, a base di onde d’urto a bassa intensità, oppure alla terapia farmacologica, essenzialmente mediata dai farmaci con capacità vasodilatatoria.

Questi farmaci (Avanafil, Sildenafil, Tadalafil, Vardenafil), con la loro azione inibitrice dell’enzima fosfodiesterasi di tipo 5 (responsabile del decadimento dell’erezione), riescono a ripristinare un’ottima capacità erettile nel 70% dei casi trattati, permettendo al paziente, con il giusto dosaggio, di avere una vita sessuale pienamente soddisfacente.

Tuttavia, in una percentuale non trascurabile di pazienti, molti affetti da una forma aggressiva di diabete mellito che ormai ha deformato irrimediabilmente le arterie peniene e i corpi cavernosi, tale cura risulta inefficace.

Così come risulta inefficace la terapia farmacologica nei casi dei pazienti provenienti da un intervento di prostatectomia che, seppur eseguito con tecnica ‘nerve-sparing’, ha permanentemente danneggiato le terminazioni nervose prostatiche, e di conseguenza vi è un’impossibilità fisica, da parte del sistema nervoso centrale, di  far arrivare l’impulso elettrico al meccanismo dell’erezione.

Per questi casi gravi di disfunzione erettile, in cui è essenzialmente impossibile procedere per via medica, può venire in aiuto la Chirurgia Andrologica, con l’intervento di posizionamento della protesi peniena.

Consigli andrologici e urologici

Il diabete mellito è una delle prime cause in assoluto della disfunzione erettile di tipo organico, che può affliggere anche pazienti under 50.

La presenza continua di grandi quantità di glucosio non metabolizzato nel sangue causa un danneggiamento generale di tutti i tessuti del corpo, specie i vasi arteriosi, che si deformano e, essenzialmente, si sclerotizzano.

L'angiopatia diabetica, cioè la deformazione permanente delle arterie del corpo (sia piccole che grandi) è un grosso problema per l'erezione del pene, che si basa tutta su un complesso sistema idraulico, in cui proprio la circolazione arteriosa viene sfruttata come una pompa voluminizzante.

Non è un caso che proprio la disfunzione erettile sia spesso il primo sintomo di una condizione diabetica silente, non ancora diagnosticata.

Che cos’è la protesi peniena?

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La protesi peniena è un dispositivo medico-chirurgico che, come il nome lascia intuire, viene integrato nell’apparato genitale del paziente, e ha il compito di ripristinare la piena funzionalità erettile del pene.

Esistono in commercio due tipologie di protesi: protesi peniene a volume costante e protesi peniene a volume variabile.

Entrambe le tipologie di protesi sono posizionate con un piccolo intervento chirurgico, e sono del tutto invisibili, poiché pensate per integrarsi perfettamente con gli organi uro-genitali del paziente.

Grazie all’utilizzo delle protesi peniene, anche i pazienti con grave disfunzione erettile possono tornare ad una piena attività sessuale, con rapporti completi e soddisfacenti.

In cosa differiscono i due tipi di protesi peniena attualmente disponibili sul mercato?

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Le protesi peniene a volume costante e a volume variabile hanno l’obbiettivo comune di superare la disfunzione erettile e riportare il pene ad erezioni complete e prolungate, con ottimi livelli di rigidità ed affidabilità meccanica.

Il modo in cui questo obiettivo viene ottenuto cambia, a seconda della tipologia di protesi utilizzata.

Le protesi a volume costante, come il nome del resto lascia intuire, sono caratterizzate da un volume protesico fisso, che a sua volta mantiene il pene, una volta posizionate, in uno stato di rigidità permanente.

Anche se ciò può spaventare il paziente, la protesi è però flessibile e ben posizionabile: con un rapido gesto può infatti attivarsi portando il pene bene eretto, e con un gesto altrettanto rapido può tornare in posizione di riposo, permettendo al paziente di riposizionare il pene in comodità nell’intimo.

Questo tipo di protesi sono composte essenzialmente da due cilindri rigidi, dotati di un’anima metallica, che vengono impiantanti dentro i due corpi cavernosi del pene.

Le protesi a volume costante posseggono eccezionali caratteristiche di affidabilità meccanica e rigididità ottimale dell’erezione e, grazie alla loro attivazione rapidissima, sono facilissime da gestire e totalmente invisibili all’esterno (anche alla partner, che non deve necessariamente sapere della loro presenza).

Le protesi a volume variabile, invece, funzionano su altri presupposti fisici, essenzialmente simili a quelli che regolano la normale erezione naturale.

Questo tipo di protesi è composto da due cilindri estensibili, collegati ad un serbatoio carico di soluzione fisiologica e una pompetta di controllo.

I cilindri vengono posizionati all’interno dei corpi cavernosi, il serbatoio adiacente alla vescica e la pompetta di controllo nello scroto.

Tutta la protesi è ben integrata nell’apparato uro-genitale, ed è invisibile all’esterno.

La protesi si attiva con dei rapidi gesti del paziente sulla pompetta di controllo, che svuota il contenuto del serbatoio nei cilindri posizionati all’interno dei corpi cavernosi, gonfiandoli e dunque permettendo l’erezione del pene.

Una modalità non dissimile da quella naturale, che avviene col passaggio del sangue arterioso dalle arterie peniene ai corpi cavernosi.

Finito il rapporto, sempre agendo sulla pompetta di controllo, i cilindri vengono svuotati e il serbatoio riempito nuovamente, pronto per un prossimo utilizzo.

Questo ingegnoso sistema dona erezioni assolutamente naturali, praticamente indistinguibili da quelle normali, con un’ottima maneggevolezza del pene in condizioni di flaccidità che risulta ben posizionabile nella biancheria intima.

Anche per questa protesi, viene garantita l’assoluta invisibilità all’esterno e il suo uso, sebbene lievemente più complesso della protesi a volume costante, può essere padroneggiato in poco tempo dal paziente, divenendo col tempo assolutamente naturale.

Vale la pena ricordare che non esiste un tipo migliore o peggiore di protesi: tutte e due le tipologie garantiscono eccellenti risultati, ed entrambe sono valide ed utilizzabili dal Chirurgo Andrologo per la risoluzione della disfunzione erettile.

La scelta dell’una o dell’altra protesi è quindi a discrezione proprio del Chirurgo, che a sua volta la valuta in relazione alla condizione clinica del paziente.

Consigli andrologici e urologici

Le moderne protesi peniene sono totalmente invisibili, sono facili e rapide da attivare e consentono di avere rapporti sessuali assolutamente normali.

Le protesi peniene non modificano la sensibilità del pene, non cambiano il piacere del rapporto (se non in meglio, sia per lui che per la partner), sono sicure e, volendo, permettono di proseguire il rapporto anche dopo il coito maschile.

Allo stato attuale della Medicina Andrologica, le protesi peniene di ultima generazione sono la sola soluzione efficace, risolutiva e di lunga durata per la disfunzione erettile di tipo grave, che ha ormai portato il pene ad uno stato cosiddetto End Stage Penis.

Come si esegue l’intervento di posizionamento della protesi peniena?

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Il posizionamento della protesi peniena, sia a volume costante che variabile, è effettuato chirurgicamente.

L’anestesia può essere spinale con sedazione oppure generale a seconda della valutazione del Medico Anestesista.

L’intervento dura circa un’ora, e richiede, oltre ad un Chirurgo Andrologo con grande esperienza pregressa, anche un’equipe di supporto altrettanto specializzata.

La protesi è posizionata mediante un piccolo accesso pubico, che sarà essenzialmente invisibile una volta guarito e il paziente è tenuto in osservazione per 24-48 ore.

La dimissione è effettuata il  uno o due giorni dopo, e il paziente può tornare al lavoro di concetto dopo qualche giorno.

La riabilitazione sessuale avviene gradualmente, senza dolore, in circa cinque settimane.

La protesi peniena è progettata per durare nel tempo?

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protesi correttamente posizionata e funzionante

Assolutamente sì: le moderne protesi peniene sono costruite con materiali biocompatibili eccezionalmente resistenti, progettati per durare a lungo.

La statistica medica parla ben più che chiaro: l’80% delle protesi peniene impiantate sono ancora perfettamente operative a 10 anni dall’intervento.

A chi posso rivolgermi per una diagnosi sulla mia disfunzione erettile?

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Il Medico con grande esperienza nella diagnosi della disfunzione erettile, nonché  nell’impianto della protesi peniena, è il Chirurgo Andrologo, cioè un Medico Chirurgo specialista in Urologia e perfezionato poi nella Chirurgia Andrologica, ovverosia la Chirurgia iper-focalizzata sui genitali maschili.

È dunque lui il Medico specialista a cui ci si dovrebbe rivolgere in caso di disfunzione erettile.

Soffri di disfunzione erettile grave, che non risponde a nessuna cura farmacologica?
Il Dott. Massimo Capone è qui per aiutarti

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il dott. massimo capone, chirurgo andrologo

Il Dott. Massimo Capone è un Chirurgo Andrologo, perfezionato da anni nella diagnosi e nella cura della disfunzione erettile, anche di quella di forma grave.

In oltre trent’anni di esercizio dell’arte medica, il Dottore ha acquisito grande esperienza nella Chirurgia Andrologica e nell’impianto di protesi peniena, risolvendo situazioni spesso molto complesse di disfunzione erettile grave, che spesso risultavano in condizioni molto debilitanti per i pazienti, tali da impedirgli di godere di una vita sessuale completa ed appagante.

Puoi dunque affidarti a lui per la valutazione del tuo caso clinico, avendo la sicurezza di essere visitato ed accolto da un Medico competente, empatico, amichevole e che, soprattutto, metterà sempre il tuo interesse e benessere prima di tutto.

Per riportarti ad una vita sessuale felice, serena e completa, per te e per la tua compagna o il tuo compagno.

Il Dottore visita nei suoi studi di Trieste, di Cervignano del Friuli (Udine), di Carbonera (Treviso), di Pozzonovo (Padova) e di Galatone (Lecce).

Il Chirurgo Andrologo su cui puoi contare sempre, a Trieste, Udine, Treviso, Padova e Lecce

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La vita sessuale, la fertilità e il benessere di coppia sono valori importanti per ogni uomo, che non devono mai essere trascurati, oppure vissuti con disagio

Il Dott. Massimo Capone è un Chirurgo Andrologo, specialista in Urologia che da oltre trent'anni assiste e si prende cura dei pazienti affetti da condizioni patologiche molto sentite e sensibili, come ad esempio la disfunzione erettile, la riabilitazione sessuale post-prostatectomia, la malformazioni congenite del pene e l'incurvamento dello stesso dovuto alla malattia di La Peyronie.

Nei suoi studi di Trieste, Cervignano del Friuli (UD), Carbonera (TV), Pozzonovo (PD) e Galatone (LE), tutti dotati dei più sofisticati macchinari elettromedicali di diagnostica e di terapia fisica, il Dottore può aiutarti a risolvere molti problemi andrologici, come ad esempio:

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La Medicina andrologica d'eccellenza, per tornare ad una vita sessuale serena ed appagante

Il Dottore, da oltre trent'anni, è perfezionato nell'impianto di protesi peniena, sia a volume costante che variabile: un intervento chirurgico di alto livello, in grado di risolvere una volta per tutte la disfunzione erettile di tipo grave, che non risponde alla terapia fisica oppure farmacologica.

Se sei un paziente che ha subito una prostatectomia radicale, dalla riabilitazione difficile, oppure un paziente diabetico grave, con una disfunzione erettile ormai incurabile con la moderna terapia farmacologica, il Dott. Massimo Capone può aiutarti a tornare ad un'appagante e completa attività sessuale, grazie all'impianto protesico assolutamente invisibile, in grado di permetterti nuovamente una soddisfacente vita sessuale, per te e la tua partner.

Il Dottore visita nei suoi studi di Trieste, di Cervignano del Friuli (Udine), di Carbonera (Treviso), di Pozzonovo (Padova) e di Galatone (Lecce).

Ricorda sempre che, al contrario di quel che comunemente si pensa (che non ha alcun riscontro reale e scientifico), l'attività sessuale dell'uomo non deve per forza terminare o diminuire di quantità e qualità con l'avanzare dell'età, anzi: il benessere sessuale è un concetto di fondamentale importanza per mantenere ottimi livelli di qualità di vita, e il Dott. Massimo Capone, da oltre trent'anni, si impegna quotidianamente per aiutare i suoi pazienti a stare bene, sia fisicamente che psicologicamente.

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Quindi ricorda che...
  • l'essere umano, al contrario degli altri mammiferi e delle altre grandi scimmie, non è dotato di un osso penieno che garantisce l'erezione del membro, ma bensì di un complesso sistema idraulico;
  • le arterie peniene, nella giusta condizione fisica e psicologica, irrorano di sangue due cilindri estensibili e molto elastici interni al pene, cioè i corpi cavernosi, permettendo dunque l'erezione;
  • in condizioni di normalità, l'erezione del pene è un meccanismo che garantisce ottime proprietà meccaniche e di rigidezza, permettendo di inziare e concludere con soddisfazione il rapporto sessuale;
  • in medicina, si parla di disfunzione erettile quando il meccanismo dell'erezione, per una lunga serie di cause scatenanti, non funziona a dovere, rendendo difficile o impossibile una buona erezione del pene;
  • la disfunzione erettile è un sintomo e non una patologia a sé, e dunque a monte di essa vi è comunque una problematica, sia di natura fisica che psicologica;
  • molti casi di disfunzione erettile sono dati da problemi a monte di natura vascolare (come cardiopatie, ischemie e insufficienze vascolari), dal diabete mellito oppure da danneggiamenti neuromuscolari;
  • si definisce grave quel tipo di disfunzione erettile che non risponde alla cura riabilitativa fisica o farmacologica;
  • l'uso dei farmaci vasodilatatori è pressoché inutile se la disfunzione erettile è data da un danneggiamento alla struttura nervosa prostatica, come spesso avviene a seguito di un intervento di prostatectomia;
  • anche casi di lungo corso di diabete mellito comportano, quasi sempre, problemi di disfunzione erettile insensibili alla cura farmacologica;
  • la protesi peniena è un dispositivo chirurgico in grado di ripristinare la corretta erezione del pene anche nei casi gravi di disfunzione erettile;
  • esistono in commercio vari tipi di protesi, tutti egualmente funzionali, in grado di riportare il paziente ad una normale vita sessuale;
  • le protesi moderne sono tutte al 100% biocompatibili, invisibili all'esterno e perfettamente integrate nell'apparato uro-genitale del paziente;
  • le protesi peniene sono affidabili, sicure e di lunga durata, e consentono un pieno ritorno alla normale vita sessuale;
  • lo specialista medico in grado di prescrivere ed eseguire l'intervento di posizionamento della protesi peniena è il chirurgo andrologo

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.

Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Chirurgo Andrologo a Trieste, Udine, Treviso, Padova e Lecce

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:

venerdì 14 marzo, 2025

Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo specialista in Urologia e perfezionato in Andrologia.

In oltre trent'anni di esercizio dell'arte medica, il Dottore ha focalizzato la sua ricerca scientifica sui dismorfismi dell'apparato sessuale maschile, studiando approfonditamente tutte le condizioni, congenite o patologiche, in grado di infliciare pesantemente sulla qualità della vita sessuale dei suoi pazienti, come ad esempio la disfunzione erettile di tipo grave, l'incurvamento congenito del pene e la malattia di La Peyronie.

Un medico empatico, amichevole, in grado di mettere a proprio agio i propri pazienti anche in caso di visite particolari, per problemi molto sentiti sulla sessualità e sulla vita di coppia, che spesso causano non solo grandi disagi fisici, ma anche (e soprattutto, in certi casi) psicologici.

Nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone  (Lecce), il Dottore aiuta giornalmente tanti pazienti che si rivolgono a lui in condizioni spesso di grande sofferenza, sia fisica che psicologica, gravati da importanti episodi di disfunzione erettile grave, di infertilità maschile e di malformazioni congenite al pene.

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