
Sei nato con un pene innaturalmente ‘curvo’ che ti ha sempre dato problemi nei rapporti sessuali?
Questa anomala curvatura non ti consente di avere una vita sessuale completa ed appagante, al punto da provare enormemente le tue relazioni e persino la tua capacità di interagire con le tue potenziali compagne o compagni?
L’incurvamento congenito del pene è una condizione non necessariamente patologica, ma quando lo è, comporta un grave handicap per il paziente, che spesso ha difficoltà ad avere rapporti penetrativi normali o completi.
Fortunatamente, la moderna Chirurgia Andrologica può risolvere il problema, grazie agli avanzati protocolli chirurgici noti come corporoplastica.
Leggi questa pagina per scoprire tutto sull’incurvamento congenito del pene, e quali sono le tecniche chirurgiche di corporoplastica più avanzate per correggere la malformazione e riportare benessere nella vita sessuale del paziente.
Che cos’è l’incurvamento congenito del pene?

recurvatum congenito dorsale
In Medicina si definisce incurvamento congenito del pene (o recurvatum congenito) la deviazione, in erezione, dell’asta peniena, in qualsiasi direzione, verso i laterali, verso il dorso o verso il ventre, con un’angolatura innaturale, tale da alterare frequentemente a tal punto la normale anatomia da rendere impossibile la penetrazione durante l’atto sessuale.
Al contrario dell’incurvamento causato dalla malattia di La Peyronie, che è dettato dalla formazione di placche fibrose all’interno dei corpi cavernosi a seguito di generici traumi, nell’incurvamento congenito i corpi cavernosi nascono già innaturalmente deformati e questa condizione si manifesta già alle prime erezioni del soggetto, durante l’adolescenza.
Va sottolineato che l’incurvamento congenito non è una condizione obbligatoriamente patologica: incurvamenti minori di 45° gradi possono essere ancora compatibili con la penetrazione e dunque non causare particolari problemi al paziente, che potrebbe anche non curarsi di un’eventuale difficoltà di penetrazione durante il rapporto, preferendo altre attività.
In altri casi, invece, anche incurvamenti minimi possono creare un grande disagio psicologico nel paziente, che a volte arriva a tramutarsi una vera e propria dismorfofobia peniena.
Il metro di giudizio per definire ‘patologia’ l’incurvamento congenito deve quindi essere abbastanza elastico, considerando anche (e a volte, soprattutto) i risvolti psicologici del particolare caso clinico.
Sebbene sia una malformazione, e dunque non rientri nelle condizioni di normalità anatomica, non sempre l'incurvamento congenito del pene è considerato una condizione anche patologica.
Difatti, in Medicina, per 'condizione patologica' o 'patologia' s'intende comunque uno stato di sofferenza, disagio o disturbo, tale da impedire le regolari funzioni fisiologiche oppure anche la stabilità psicologica ed emotiva (a volte, entrambe le cose).
Il pene curvo congenito non causa sempre questo disagio: incurvamenti moderati, indicativamente entro i 35° angolari, solitamente non comportano grossi problemi all'attività sessuale penetrativa, e dunque non richiedono terapia correttiva.
Questa linea generale di considerazione, che è comunque solo una traccia generica e che può variare da paziente a paziente, deve comunque tenere conto anche dell'eventuale dismorfismo penieno che il soggetto portatore dell'incurvamento può manifestare.
Difatti, anche incurvamenti minimi, in soggetti sensibili e fragili psicologicamente, possono comunque causare grande disagio, addirittura vergogna e sensazione di handicap.
È dunque compito del Medico Andrologo, in scienza e coscienza, aiutare anche psicologicamente il paziente, magari aiutandolo a capire che la sua situazione, non patologica, può essere superata ed accettata, senza necessariamente ricorrere alla Chirurgia.
Quali sono le cause dell’incurvamento del pene?

Il pene umano, al contrario di quello di quasi tutti gli altri mammiferi, non è dotato di un osso penieno che ne consente l’erezione (il baculum).
Il meccanismo della stessa si basa quindi su un sofisticato sistema idraulico, governato dall’impulso sessuale a sua volta comandato dall’attività ormonale e dall’eccitazione (anche psicologica).
All’interno dell’asta del pene vi sono infatti due cilindri di tessuto elastico ed erettile, chiamati corpi cavernosi.
Questi cilindri, sotto l’impulso dell’eccitazione sessuale e di un sofisticato meccanismo chimico e muscolare, vengono riempiti di sangue arterioso, proveniente dalle arterie peniene.
Il sangue che riempie i corpi cavernosi li fa indurire ed aumentare di volume, allungando il pene e permettendo dunque l’erezione.
In condizioni di normalità, i corpi cavernosi sono due cilindri paralleli, di eguale volume e di medesima lunghezza: questo consente, a pene rigido, di avere un’erezione dritta, lievemente curvata verso l’alto per meglio adattarsi al canale vaginale (anch’esso lievemente curvo).
Qualsiasi deformazione anomala del parallelismo e della simmetria dei corpi cavernosi può determinare, di rimando, un incurvamento del pene.
Nel caso dell’incurvamento congenito, il soggetto che ne è portatore nasce già con i corpi cavernosi deformati, che generano dunque una deviazione dell’asta più o meno accentuata.
La causa è dunque già presente nel DNA del soggetto, e non è dunque un’alterazione su base acquisita, come è invece l’incurvamento dovuto alla malattia di La Peyronie.
Quando si presenta l’incurvamento congenito del pene?

Essendo una condizione congenita, l’incurvamento del pene è presente già dalla nascita del soggetto.
Tuttavia, occorre attendere l’inizio delle prime erezioni, e dunque la pubertà, per accorgersi fisicamente della curvatura innaturale dell’asta del pene.
Qui si apre una parentesi socio-comportamentale: in Italia, l’educazione sessuale dei giovani ragazzi è pressoché inesistente a livello scolastico, e difetta anche molto a livello familiare.
Questo genera confusione ed imbarazzo nei giovani ragazzi nel parlare delle proprie esperienze sessuali e, specie negli adolescenti, a confidarsi sulle prime erezioni.
Un tempo, con la visita di leva obbligatoria, molte anomalie dell’apparato genitale maschile venivano per tempo scoperte e diagnosticate dai Medici militari, ma con la sospensione dell’obbligo di leva questa fondamentale visita andrologica è venuta meno.
Quindi, un imbarazzo a parlarne con i genitori, un’assenza di controlli andrologici di routine (considerati normali in molti altri Paesi avanzati) e, al contempo, una grande facilità di reperimento di informazioni dall’Internet (spesso, del tutto errate) possono creare confusione e smarrimento nel giovane ragazzo affetto da incurvamento congenito del pene.
Questa confusione può a sua volta divenire un vero e proprio blocco psicologico, che potrà avere pesanti ripercussioni sulla sua vita sessuale futura.
L’incurvamento congenito è sempre un problema?

No, l’incurvamento congenito è una condizione particolare che non sempre dà complicazioni o viene percepita come una condizione invalidante.
Molti degli effetti funzionali dell’incurvamento del pene sono dettati dal suo grado di angolatura: incurvamenti sotto i 45° possono ancora essere compatibili con la penetrazione e dunque non essere un problema, mentre incurvamenti superiori possono creare oggettiva difficoltà nell’inserimento del pene nel canale vaginale, e rendere dunque impossibile, o molto difficile, l’attività penetrativa.
Oltre a questa considerazione del tutto meccanica, c’è poi da considerare il risvolto psicologico dell’incurvamento del pene.
Anche in casi gravi d’incurvamento, tali da rendere oggettivamente difficile la penetrazione, non per tutti i soggetti essa è la parte fondamentale di un rapporto sessuale, e dunque la rilevanza dell’incurvamento anche accentuato non sempre è così sentita.
Di contro, per altri soggetti invece, anche incurvamenti minimi possono creare un forte disagio psicologico, che spesso ha origine in blocchi e situazioni difficoltose sperimentante in gioventù, che portano ad una vera e propria dismorfofobia peniena.
In questi casi, questo disagio psicologico è talmente invalidante da portare di conseguenza a difficoltà delle relazioni interpersonali, affettive ma non solo, rendendo di fatto il ricorso alla correzione chirurgica un vero e proprio atto terapeutico che ha valenza anche (e soprattutto) psicologica.
Tutti questi dati devono essere attentamente valutati dal Chirurgo Andrologo già in fase di diagnosi, poiché l’indicazione all’intervento chirurgico di correzione dell’incurvamento necessita di un’ottima compliance del paziente, che a sua volta richiede una determinazione e consapevolezza totali.
Come si può correggere l’incurvamento congenito del pene?

Allo stato attuale della Medicina, non esistono trattamenti medici per correggere la malformazione congenita dei corpi cavernosi, e di ciò il paziente deve essere avvertito e consapevole.
L’intervento di corporoplastica è la terapia chirurgica necessaria per correggere l’incurvamento congenito, ed è un’operazione che ricade nella Chirurgia Plastica Ricostruttiva Genitale.
L’intervento di corporoplastica mira a raddrizzare l’asta del pene, riducendo la parte convessa oppure, entro certi limiti e condizioni, allungando la parte invece concava dei corpi cavernosi.
Le tecniche chirurgiche attualmente disponibili per la corporoplastica sono state messe a punto negli anni ’60 del 1900 dal Chirurgo statunitense Reed M. Nesbit e, salvo alcuni miglioramenti e modifiche minori, sono tuttora valide e comunemente utilizzate.
Se l’intervento scelto è quello di accorciamento del lato convesso, è possibile pareggiare la simmetria del pene con l’asportazione di un’ellissi del tessuto di contenimento dei corpi cavernosi (la tonaca albuginea), suturando poi i bordi, secondo il metodo di Nesbit.
Il metodo di Yachia invece prevede l’incisione longitudinale dei corpi cavernosi con loro sutura trasversale, mentre il metodo Lue consiste in una serie di plicature multiple.
La scelta della tecnica più adatta è decisa dal Chirurgo Andrologo, in accordo con l’effettiva condizione clinica del paziente, considerando anche l’incidenza in gradi dell’incurvamento, nonché della lunghezza totale del pene, che gioca un ruolo non marginale nella scelta dell’intervento.
Difatti, la correzione dell’incurvamento penieno per mezzo dell’accorciamento del lato convesso comporta, inevitabilmente, una riduzione della lunghezza del membro, la cui dimensione finale può facilmente essere calcolata prima dell’intervento, poiché essa coincide con la lunghezza del suo lato più corto.
Quando la lunghezza del pene non consente di ottenere buoni risultati con il metodo dell’accorciamento del lato convesso, può essere necessario ricorrere alla seconda tipologia d’intervento, cioè quella che prevede l’allungamento del lato concavo.
Questa tecnica, che ha un’indicazione clinica statisticamente molto più limitata dell’altra, prevede una necessaria incisione nel punto di massima concavità del pene, con la modellazione di uno spazio di forma rettangolare o trapezioidale, che verrà ricostruito inserendo dei graft, ovverosia dei tessuti biologicamente compatibili, solitamente di origine bovina o suina.
Queste cellule non umane ma comunque compatibili con l’organismo verranno poi colonizzate dalle cellule del paziente in fase di guarigione, rendendo dunque i corpi cavernosi eguali e paralleli.
Va fatto notare che, sebbene ovviamente al paziente spesso interessi in maniera sin troppo pronunciata la lunghezza che il pene avrà dopo l’intervento, e che prediliga sovente quindi una tecnica in grado di ‘non accorciare’ l’asta, la corporoplastica con grafting è una procedura che è utilizzata raramente, e solo in casi selezionati per la correzione dell’incurvamento congenito.
Gran parte dei casi di incurvamento sono risolti con la tecnica di accorciamento del lato convesso, con ottimi risultati e riduzione prevedibile della lunghezza totale del membro e preservazione della sua funzionalità durante l’atto sessuale.
Come si esegue e quanto dura l’intervento di correzione del pene curvo?

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L’intervento di corporoplastica, sia riduttiva sia con inserimento di graft, è un intervento di alta Chirurgia Andrologica, eseguito esclusivamente in sala operatoria da un’equipe specializzata, con grande esperienza pregressa.
L’intervento ha una durata variabile, solitamente attorno a un’ora e mezza circa, ed è eseguito in anestesia generale oppure locale con sedazione.
Le tecniche moderne e l’uso degli ultimi antidolorifici, molto efficaci e ben tollerabili dal corpo, rende il post-intervento indolore, con solo una normale e fisiologica sensazione di fastidio, oppure indolenzimento, che comunque raramente dura oltre due o tre giorni.
Si può ritornare all’attività di concetto dopo circa 48 ore, mentre per i lavori faticosi, è necessario qualche giorno in più.
La guarigione della zona genitale è abbastanza rapida, e solitamente dopo circa 5 settimane si può riprendere l’attività sessuale.
Sebbene sia considerata l'atto di picco di tutta l'attività sessuale, la penetrazione non è l'unica attività che una coppia può eseguire per darsi reciproca soddisfazione ed appagamento.
E non è detto neppure che sia l'attività preferita di entrambi i partner.
La sessualità umana è estremamente complessa, poiché l'Homo Sapiens è un animale molto evoluto, che ha sviluppato, nel corso delle centinaia di migliaia di anni di evoluzione biologica, anche una spiccata evoluzione antropologica.
Sebbene gli istinti primitivi comunque siano sempre impressi nel nostro DNA (e dunque, anche la penetrazione sessuale come naturale completamento dell'atto dell'accoppiamento), la parte psicologica e di complicità con la partner ha assunto, nel corso dei millenni, un'enorme importanza, che non deve e non può essere minimizzata.
Con questa considerazione, è compito del Medico Andrologo valutare in scienza e coscienza ogni caso clinico di incurvamento del pene, assicurandosi che esso sia davvero un ostacolo, sia meccanico che psicologico, al benessere del paziente.
Molti casi di incurvamento del pene di grado modesto possono essere risolti semplicemente ricorrendo alla Sessuologia, educando il paziente a conoscere pienamente il proprio corpo e anche quello dalla propria partner.
Ci sono dei rischi per l’attività sessuale dopo l’intervento di corporoplastica per l’incurvamento congenito del pene?

Lo scopo principale dell’intervento di corporoplastica, qualsiasi tecnica esso comporti, è quello di migliorare le condizioni della vita sessuale del paziente, e non il contrario.
Sebbene ogni intervento chirurgico (anche il più piccolo) comporti degli intrinsechi rischi, spesso prevedibili con un’opportuna profilassi e particolare attenzione in fase operatoria e post-operatoria, se eseguito da un Chirurgo Andrologo esperto l’intervento di corporoplastica è sicuro e garantisce una piena funzionalità sessuale ed erettile del pene.
Che poi è l’obiettivo ultimo di tutto il percorso chirurgico.
Durante la corporoplastica è possibile allungare la lunghezza del pene?

intervento di corporoplastica
No: la corporoplastica non è la falloplastica e non ha come obiettivo quello dell’aumento della lunghezza dell’asta o della circonferenza del pene.
L’obiettivo della correzione chirurgica che garantisce la corporoplastica è riallineare i cilindri dei corpi cavernosi, come avrebbero dovuto essere nella normale conformazione anatomica, rendendo dunque già agevole per il paziente la penetrazione e, spesso, l’intera vita sessuale.
Ciò, dunque, non riguarda in alcun modo la lunghezza o il diametro del pene, argomenti che, comunque, spesso sono ingigantiti e considerati fin troppo essenziali dal paziente, ma che sovente rientrano invece in una vera e propria patologia psicologica chiamata dismorfofobia del pene.
Possono essere utilizzate le protesi peniene per risolvere l’incurvamento congenito del pene?

Sì, ma solo in casi rari, in cui l’incurvamento congenito si associa ad una disfunzione erettile resistente alla terapia farmacologica cè possibile abbinare all’intervento di corporoplastica il posizionamento di una protesi peniena, ossia di un dispositivo chirurgico invisibile e stabile, inserito nell’apparato uro-genitale del paziente e che viene utilizzato, di sovente, per risolvere casi gravi di disfunzione erettile.
La protesi peniena, di cui esistono differenti tipologie ma con un concetto di base simile (emulare l’indurimento dei corpi cavernosi), può essere un valido ausilio durante la corporoplastica, esclusivamente nei rarissimi casi in cui all’incurvamento del pene si può associare una disfunzione erettile non altrimenti risolvibile.
in questi casi, soprattutto quando l’incurvamento è modesto, l’inserimento di una protesi, già da solo, può riportare il pene ad una forma normale.
Come si può diagnosticare l’incurvamento congenito del pene?

La diagnosi dell’incurvamento del pene è abbastanza agevole, poiché l’anomalia risulta ben evidente anche ad occhio non clinico.
Comunque, più che altro per differenziare un incurvamento congenito da un incurvamento dovuto invece alla malattia di La Peyronie, è sempre necessario ricorrere alla visita medica eseguita da un Chirurgo Andrologo, cioè un Medico specialista in Urologia e perfezionato poi in Andrologia.
Oltre alla visita clinica, in cui il Medico si accerta visivamente dell’incurvamento del pene inducendo farmacologicamente l’erezione, può essere necessario eseguire un esame ecografico per escludere l’origine patologica dell’incurvamento, ad esempio dovuta alla formazione di tessuto cicatriziale tipica della malattia di La Peyronie.
Chi è il Medico che può aiutarmi nel caso di incurvamento congenito del pene?

L’incurvamento congenito del pene è una condizione non necessariamente patologica, ma che rientra comunque nell’interesse di varie branche della Medicina, ad esempio dell’Urologia, cioè della specialistica che studia e cura tutte le problematiche dell’apparato uro-genitale umano.
L’Andrologia è invece l’iper-specializzazione dell’Urologia, che riguarda tutte le patologie, o comunque le condizioni di disagio, squisitamente maschili, come è per l’appunto il pene curvo di origine congenita.
Datosi che la correzione del pene incurvato, se limitante e condizionante per il paziente, è squisitamente chirurgica e prevede una vera e propria plastica genitale, la materia può anche essere oggetto d’interesse della Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, in particolare modo della Chirurgia Plastica Genitale.
Per avere dunque un parere autorevole e una diagnosi certa, compresa anche una obbligatoria valutazione sessuologica (indispensabile per decidere il ricorso o meno alla Chirurgia correttiva), il paziente affetto da incurvamento congenito del pene può rivolgersi al Chirurgo Andrologo, cioè un Medico Chirurgo specializzato poi in Urologia, e perfezionato nell’Andrologia.
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Il Dott. Massimo Capone può aiutarti

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Ricorda sempre che, al contrario di quel che comunemente si pensa (che non ha alcun riscontro reale e scientifico), l'attività sessuale dell'uomo non deve per forza terminare o diminuire di quantità e qualità con l'avanzare dell'età, anzi: il benessere sessuale è un concetto di fondamentale importanza per mantenere ottimi livelli di qualità di vita, e il Dott. Massimo Capone, da oltre trent'anni, si impegna quotidianamente per aiutare i suoi pazienti a stare bene, sia fisicamente che psicologicamente.
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Quindi ricorda che...
- il pene umano, a differenza di quello delle altre grandi scimmie e dei mammiferi, non è dotato di un osso penieno che ne garantisce l'erezione;
- l'erezione del pene è possibile grazie alla presenza di due cilindri di tessuto erettile e molto elastico, chiamati corpi cavernosi, che compongono l'asta del pene;
- i corpi cavernosi sono, in condizioni di normalità, uguali e paralleli, e questo garantisce un pene che, una volta eretto, risulti ridido e sostanzialmente diritto;
- qualsiasi malformazione o disarmonia dei corpi cavernosi del pene può portare ad una situazione anomala durante la sua erezione;
- l'incurvamento congenito del pene è una malformazione fisiologica, che rende i corpi cavernosi non perfettamente eguali e paralleli, causando di conseguenza un'insolita curvatura dell'asta durante l'erezione;
- l'incurvamento congenito del pene non è necessariamente patologico: in molti casi, la curvatura permette comunque i rapporti sessuali, e quindi la condizione non richiede trattamento;
- l'incurvamento congenito del pene non va confuso con la malattia di la peyronie, che causa invece una curvatura del pene a seguito della formazione di tessuto cicatriziale all'interno dei corpi cavernosi;
- solitamente, curvature sotto i 30-45°, anche in relazione alla conformazione anatomica della partner, sono ancora compatibili con la penetrazione;
- non ci sono cure mediche per l'incurvamento congenito del pene che, quando invalidante per la vita sessuale del paziente, può essere risolto solo chirurgicamente;
- l'operazione chirurgica di correzione del pene curvo è chiamata corporoplastica, e può essere praticata con svariate tecniche esecutorie, a seconda del caso clinico del paziente;
- a volte, ottimi risultati possono essere raggiunti con l'impianto di protesi peniena, in grado di raddrizzare, spesso senza corporoplastica, l'asta del pene;
- la diagnosi e l'eventuale indicazione all'intervento chirurgico di correzione del pene curvo sono competenze del medico andrologo, cioè un medico urologo perfezionato poi in andrologia
Nota deontologica
L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.
Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:
venerdì 14 marzo, 2025
Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo specialista in Urologia e perfezionato in Andrologia.
In oltre trent'anni di esercizio dell'arte medica, il Dottore ha focalizzato la sua ricerca scientifica sui dismorfismi dell'apparato sessuale maschile, studiando approfonditamente tutte le condizioni, congenite o patologiche, in grado di infliciare pesantemente sulla qualità della vita sessuale dei suoi pazienti, come ad esempio la disfunzione erettile di tipo grave, l'incurvamento congenito del pene e la malattia di La Peyronie.
Un medico empatico, amichevole, in grado di mettere a proprio agio i propri pazienti anche in caso di visite particolari, per problemi molto sentiti sulla sessualità e sulla vita di coppia, che spesso causano non solo grandi disagi fisici, ma anche (e soprattutto, in certi casi) psicologici.
Nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone (Lecce), il Dottore aiuta giornalmente tanti pazienti che si rivolgono a lui in condizioni spesso di grande sofferenza, sia fisica che psicologica, gravati da importanti episodi di disfunzione erettile grave, di infertilità maschile e di malformazioni congenite al pene.